F1: al bando i “veri” sorpassi

Il contatto tra Felipe Massa e Lewis Hamilton durante il GP d'India (google)

La scorsa stagione ce ne sono stati più di 800, senza contare i doppiaggi. Molti sfoderati grazie all’ala mobile, altri per il puro talento di chi è al volante. Il rischio, quest’anno, è di vederne meno. La FIA ha chiarito le regole di difesa nei sorpassi.

Qualsiasi pilota tornando verso la linea ideale, dopo essere uscito dalla traiettoria per difendersi, deve lasciare lo spazio di almeno una vettura tra la propria auto e il bordo della pista in prossimità delle curve, per fare in modo che la vettura attaccante possa percorrere regolarmente la curva”, sancisce la nuova normativa regolamentare. Un cambiamento che alimenterà ondate di polemiche. Difficile stabilire dall’abitacolo l’esatta misura della “porta da lasciare aperta”.

Già il mese scorso, in occasione del Consiglio Mondiale a Nuova Delhi, la FIA aveva anticipato la novità. Addirittura estremizzando la regola. In un primo momento infatti i piloti che nel difendere la propria posizione fossero usciti fuori dalla traiettoria, sarebbero stati impossibilitati a tornarvi. Adesso il mezzo passo indietro. La norma però lascia ampio margine alla discrezionalità.

A monte della decisione, le manovre al limite viste in alcuni sorpassi nella passata stagione. Quelle che esaltano gli appassionati e garantiscono lo spettacolo. Resta in vigore il divieto di spostarsi diverse volte sul tracciato. “Più di un cambio di direzione per difendere la posizione non è permesso”.

In sintesi, il pilota può tornare nella traiettoria ideale a patto di lasciare in prossimità della curva lo spazio di una vettura tra la propria monoposto e il bordo della pista. Niente più porte chiuse in faccia agli avversari, quindi. Facile a dirlo, difficile a metterlo in pratica. Difendersi da un attacco e non lasciare spazio al rivale è nel dna di chi corre.

Vincenzo Bonanno

fonte: www.422race.com

Un colpo di “penna” per livellare le prestazioni

Il campione del mondo in carica Sebastian Vettel al volante della sua RB7

Tutti si aspettavano una flessione dei valori in campo dopo il primo colpo di frusta della FIA a stagione in corso, con il divieto di cambiare le mappature del motore tra qualifiche e gara. Tutti si attendevano un ridimensionamento dello strapotere Red Bull. E invece anche stavolta Vettel è andato come il vento, proprio a Valencia (dove i nodi non sono certo bassi) in quella che quattro anni fa è stata la sede dell’America’s Cup. La FIA cambia le carte in tavola, ancora una volta, ma a stagione in corso, tentando di livellare le prestazioni. Per adesso però i risultati non sono certo quelli sperati. E a Silverstone altro “giro di vite”. A partire dalla gara inglese infatti saranno banditi gli “scarichi soffiati”, inventati proprio dalla Red Bull, che garantiscono un maggiore carico aerodinamico e quindi una migliore guidabilità della vettura. Un altro divieto per arrestare la corsa dei “tori” e magari riaprire il campionato.

Nessuna motivazione politica però. Il delegato tecnico della FIA Charlie Whiting ci tiene a precisarlo subito, sgomberando l’orizzonte dalle polemiche che stanno già montando nel paddock. “La Federazione Internazionale dell’Automobile non cambia le regole in corsa, ma piuttosto si impegna affinché tutte le scuderie le rispettino. C’era un’illegalità, il cambiamento delle mappature del motore tra le qualifiche e la gara, che non può essere accettata: le macchine devono essere legali. È dunque una decisione tecnica, tutt’altro che politica”, spiega Whiting.

Un cambiamento di rotta in due tempi, quindi. Da Valencia è proibito modificare la mappatura, da Silverstone viene abolito il soffiaggio degli scarichi anche in fase di rilascio dell’acceleratore. Whiting ha però spiegato che qualora cambi drasticamente il clima tra la qualifica e la gara, passando ad esempio dal sole alla pioggia, oppure con un calo o un aumento di 10 gradi di temperatura, allora le mappature possono essere cambiate. In caso contrario la scelta fatta dal team vale per tutta la corsa. Una situazione, questa, che sembrava penalizzare maggiormente la Red Bull. La scuderia austriaca, grazie a una mappatura estrema in qualifica, è stata di fatto molto più veloce di tutti gli altri, centrando sette pole su sette, per poi calare il vantaggio in gara con mappature più morbide. Anche sul liscio asfalto spagnolo, però, il tedeschino di Heppenheim ha impresso il suo sigillo sulla prima piazzola della griglia di partenza, inanellando il settimo start dal palo.

Al GP d’Europa, sul circuito semi-cittadino di Valencia, la musica non è cambiata. Non si sa con precisione quanto possa influire la decisione, ma potrebbe comportare un calo di mezzo secondo. Gli “scarichi soffiati”, che di fatto migliorano l’aerodinamica della monoposto, sono, d’ora in poi, illegali. Lo si era scoperto a Barcellona, ma la FIA ha voluto bandirli solo a partire da Silverstone.

Abbiamo dovuto aspettare dalla quinta all’ottava gara perché abbiamo dovuto controllare i dati. Ma ripeto, non cambiamo le regole in corsa, facciamo in modo che vengano rispettate. Non vogliamo favorire nessuno. Vogliamo evitare che i motori influenzino in maniera importante l’aerodinamica delle vetture. Gli scarichi caldi sono illegali come lo fu il mass damper. L’F-duct e il doppio diffusore invece erano del tutto leciti”, precisa Charlie Whiting, frutto di un’interpretazione intelligente, al limite del regolamento. Un regolamento, forse, con troppe lacune da colmare.

Vincenzo Bonanno

fonte: www.422race.com

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