Quel giro di pista al volante della 375 F1 gli ha portato bene. Con questa stessa vettura infatti José Froilan Gonzalez, il 14 luglio 1951, ottenne il primo successo della Ferrari in Formula 1. Sessant’anni dopo, sullo stesso circuito, Fernando Alonso ha centrato una vittoria che mancava dal GP di Corea del 24 ottobre 2010. Una vittoria ottenuta proprio sull’ostico tracciato inglese, sulla carta non certo favorevole alla rossa di Maranello. Tra le veloci curve in appoggio di Silverstone l’asturiano ha domato i tori della Red Bull, a due passi dal loro quartier generale di Milton Keynes. Uno smacco difficile da digerire per Horner e compagni.
Per una volta anche la sorte ha sorriso al cavallino rampante. Il problema alla posteriore sinistra durante il cambio gomme di Vettel ha infatti permesso al ferrarista di guadagnare la testa della classifica, raggiunta a colpi di giri record. “Ovviamente è una spinta enorme per noi. Eravamo fiduciosi di essere veloci qui a Silverstone”, afferma lo spagnolo a fine gara. Una sicurezza maturata dopo aver preso coscienza della validità delle soluzioni tecniche portate in Inghilterra, che hanno permesso alla scuderia di Maranello di azzerare il gap con la scuderia austriaca. “Sapevamo che il tracciato inglese, come Barcellona, sarebbe stato difficile per noi, per cui vincere qui è una buona motivazione per tutti e ci dà fiducia per le prossime gare. Ogni corsa ora sarà come una finale. Dobbiamo essere aggressivi, dobbiamo provare a vincere sempre”. Il titolo mondiale però resta una chimera, considerando i 92 punti di distacco dal leader Sebastian Vettel. “Cercheremo di goderci questo momento, la vittoria dopo un duro lavoro. Avremo lo stesso approccio che abbiamo avuto in Malesia e poi in Canada e anche qui. È stato un fine settimana alla ricerca della vittoria. Non ci sono pensieri sul campionato in questo momento, perché il divario è enorme da Seb. Abbiamo bisogno di goderci ogni fine settimana, e non c’è tempo per pensare a niente”, ha concluso Alonso, al settimo cielo per il primo sigillo di questo 2011.
Quella di Silverstone è stata una gara entusiasmante nel giorno in cui, per la prima volta nella stagione, non sono stati usati gli “scarichi soffiati”, inventati dalla Red Bull, copiati da tutti, giudicati illegali e banditi dalla FIA, riammessi oggi poco prima del via, ma solo a partire dalla prossima corsa, dopo una riunione straordinaria dei team. Per la gioia dei tori, preoccupati del calo di prestazioni della RB7. “Accetto il verdetto della pista di oggi. La Ferrari ci ha battuto. Non solo in questa gara, sono stati vicini anche nelle ultime due gare. Hanno un buon ritmo di gara e hanno migliorato la loro macchina. Ciò dimostra che dobbiamo continuare a lavorare e continuare a spingere molto duro”, ammette Vettel, secondo al traguardo, costretto ad alzare bandiera bianca, si fa per dire. Sul problema accusato durante il secondo pit-stop, “penso che sia difficile dire quanto ci è costato in termini di tempo, ma abbiamo perso il comando e avevo un po’ di vantaggio in quella fase, quindi non ha aiutato”, ha detto il tedeschino di Heppenheim.
In casa Red Bull però il clima è tutt’altro che sereno. L’ordine impartito a Mark Webber di mantenere le posizioni, quando mancavano pochi giri alla bandiera scacchi, non è andato proprio giù all’australiano. “Volevo correre sino alla fine. A quattro o cinque giri dalla fine, hanno iniziato a dirmi di tenere la posizione. Volevo punti, ma ne volevo di più. Se Fernando si fosse ritirato all’ultimo giro, avremmo lottato per la vittoria”, ha tuonato Webber. “Ho ignorato il team, perché volevo cercare di guadagnarmi il piazzamento. Seb stava dando il massimo, io stavo dando il massimo. Non volevo fare incidenti con nessuno. Ho cercato di fare del mio meglio, malgrado tutta la conversazione che avevo da un lato, stavo cercando di passare il ragazzo davanti”. Stavolta “i paladini della sportività” (come si definiscono i tori) hanno fatto cilecca.
Vincenzo Bonanno
fonte: www.422race.com