Andreucci, un 2011 senza rivali

Paolo Andreucci al Monza Rally Show

Ha dominato la classifica di categoria, S2000, mettendosi dietro Luca Rossetti e Giandomenico Basso, ovvero i rivali di sempre. Il campione italiano 2011 Paolo Andreucci conferma l’idillio con la sua Peugeot 2007 anche al Monza Rally Show. Il pilota della Garfagnana parla di rally e non solo.

Paolo, siamo a fine anno ed è tempo di bilanci. Com’è andata questa stagione?
“Meglio di così, ho vinto sette gare su otto…”.

Qual è la corsa a cui sei più legato?
“Il rally del Ciocco. È casa mia”.

Quest’anno è stato funestato da terribili incidenti, a cominciare da quello di Robert Kubica per finire con quelli mortali di Marco Simoncelli e Dan Wheldon. Cosa si potrebbe fare per evitarli?
“Il livello di sicurezza nelle corse è molto alto. È stato fatto tanto negli ultimi anni. Le fatalità posso sempre succedere. Bisogna però scegliere bene i posti in cui correre”.

Quanto contribuiscono le corse allo sviluppo delle vetture di serie?
“Sono fondamentali per lo sviluppo dei particolari”.

Vincenzo Bonanno (Foto di Ottavio Mantovani)

fonte: www.422race.com

Kubica presto al volante di un’auto da corsa

Robert Kubica, 26 anni

Sono passati quasi nove mesi dall’incidente al rally di Andora, dove ha rischiato l’amputazione delle mani. Adesso Robert Kubica ha fretta di tornare. Il polacco è pronto a salire su una macchina da corsa. A confermarlo è Igor Rossello, il chirurgo che ha operato il pilota della Lotus Renault GP. “Robert ha recuperato, può già muovere e usare tutte le sue dita. Possiamo ora pensare di rimetterlo al più presto su una vettura. Sorry, una vettura da gara, perché già guida un’auto stradale”, ha dichiarato il direttore del centro regionale di chirurgia della mano dell’ospedale “San Paolo” di Savona.

Un annuncio che allontana il pessimismo di Riccardo Ceccarelli. Il medico della Lotus Renault GP aveva dichiarato qualche giorno fa che sarebbero stati necessari ancora “diversi mesi” di riabilitazione. Uno slittamento che avrebbe impedito a Kubica di rispettare la scadenza fissata dalla sua scuderia per capire se potrà tornare al volante della R31, in modo da consentire al team di Enstone di scegliere la coppia di piloti da schierare la prossima stagione.

Il suo recupero è stato un miracolo ma resta da vedere se sarà veloce. Dobbiamo ancora fare un piccolo intervento per migliorare la mobilità del polso, dopo incidenti di questo tipo la mano non è mai flessibile come lo era prima. Dovrà fare molti esercizi. Ma sarà di nuovo in grado di guidare la sua monoposto di Formula 1 e premere tutti i bottoni. Stiamo parlando di un pilota, non di un pianista”, ha aggiunto Rossello.

Il pensiero va subito al 6 febbraio scorso, quando la Skoda Fabia del ventiseienne polacco è uscita di strada, terminando la sua corsa contro il muro di una chiesa. “Guardo Robert e non smetto di meravigliarmi di come siano andate bene le cose, tutte le ferite sono guarite, resta solo da capire se sarà in grado di guidare come prima. Avrà alcune limitazioni, ricordo che avevamo considerato l’amputazione. Ma spetterà agli specialisti della Formula 1 stabilirlo. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro in modo perfetto”, ha concluso il chirurgo. I tempi per il rientro sono ancora incerti ma Kubica non aspetta altro. Il countdown è partito.

Vincenzo Bonanno

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Massa-Hamilton: un’attrazione fatale

Felipe Massa e Lewis Hamilton (google)

E siamo a quattro. Lewis Hamilton e Felipe Massa si erano già toccati a Montecarlo, Singapore e Suzuka. Adesso il contatto nella gara inaugurale del GP d’India, alla curva 5. Nel corso del 24esimo giro il pilota della McLaren ha cercato di superare all’interno il brasiliano della Ferrari: Massa ha chiuso la traiettoria prima dell’inserimento in curva e i due sono così entrati in collisione. Hamilton ha danneggiato l’alettone ed è stato costretto a rientrare ai box, spiegando via radio che era stato il ferrarista a chiudergli la strada. Massa invece ha continuato la corsa. I commissari di gara però gli hanno inflitto un drive-through, ritenendolo responsabile dell’incidente.

Il brasiliano, poi costretto al ritiro per la rottura della sospensione anteriore sinistra a causa di un passaggio su un cordolo alto, è furioso a fine gara. “Non sono affatto d’accordo con la decisione presa dagli steward. Io ero davanti ed ho frenato per ultimo ed avevo quindi il diritto di passare e di seguire quella traiettoria. Hamilton mi ha colpito nella parte posteriore della vettura, quindi non capisco perché mi hanno punito. Io ho semplicemente seguito la traiettoria ideale, frenando al limite e rimanendo sulla parte gommata della pista: lui è rimasto all’interno, sulla parte sporca, e mi ha toccato sulla ruota posteriore sinistra. Che altro potevo fare? È l’ennesima volta che Hamilton mi viene addosso quest’anno, sembra che ci sia un’attrazione fatale…”. Il ferrarista ha il dente avvelenato: “Non mi ha toccato forse la ruota posteriore? Quindi vuol dire che non era al mio fianco, per cui quello che doveva fare era frenare, ma non lo ha fatto”.

L’anglo-caraibico invece preferisce non alimentare le polemiche. “L’incidente con Massa? Non ho nulla da dire, sono le corse. Massa mi ha chiuso la strada in curva. Durante la gara ho cercato di superarlo e poi di uscire dalla manovra perché vedevo che non voleva lasciarmi lo spazio per terminarla, e poi c’è stata la collisione”.

Tra i due non corre certo buon sangue. “A suo tempo, ho cercato di parlargli ma lui non si è dimostrato interessato a farlo”, ha osservato Massa. Hamilton ha raccontato di essersi avvicinato al brasiliano durante il minuto di silenzio in ricordo di Marco Simoncelli e Dan Wheldon e di avergli augurato in bocca al lupo per la gara. Secondo il ferrarista però non è stato un modo per sancire la pace. “No, non ha cercato di fare nulla. Era al mio fianco durante il minuto di silenzio e mi ha detto: “Fai una buona gara”, tutto qui”. Uno spiraglio per ricucire il rapporto resta comunque aperto. “Voglio sottolineare che io non ho niente contro di lui e se protagonista dell’incidente con me fosse stato un altro pilota sarebbe stato lo stesso”, ha precisato Felipe.

Il team principal della Ferrari, Stefano Domenicali non nasconde il disappunto per la sanzione inflitta a Massa. “Peccato, la penalità nel contatto con Hamilton l’avrei vista in maniera diversa. Rispetto le decisioni dei giudici, ma davvero la decisione di applicargli un drive through non mi trova affatto d’accordo. Probabilmente il contatto con la McLaren ha messo un carico sulla sospensione, è stata una gara sfortunata, perdeva anche pressione il pneumatico, la corsa per lui è stata compromessa da quel contatto”, ha detto Domenicali. Ma la faccenda, di sicuro, non finisce qui.

Vincenzo Bonanno

fonte: www.422race.com

A Salt Lake City Biaggi fa doppietta e vola in testa al Mondiale

Max Biaggi in piega con la sua Aprilia RSV4

Doppio colpo per Max Biaggi in terra americana. Sul circuito statunitense di Salt Lake City il pilota dell’Aprilia ha infatti vinto gara-1 e gara-2, ripetendo l’impresa di Portimao e Monza. Il romano, al sesto successo stagionale, ora è in testa al Mondiale Superbike, staccando di 15 punti Leon Haslam, fino a quel momento leader della classifica.

In entrambe le gare, è stato un duello tra Biaggi e lo spagnolo della Ducati Carlos Checa. I due  hanno confermato il loro passo superiore e sono scappati via, seminando il gruppo. Prima un guasto tecnico e poi il motore, hanno, però, costretto il pilota della casa di Borgo Panigale ad alzare bandiera bianca. Fin troppo facile, quindi, per il romano, assistito da una moto finalmente all’altezza del suo blasone e anche da un po’ di fortuna. Senza quei guai lo spagnolo della Ducati avrebbe sicuramente dato filo da torcere al pilota dell’Aprilia.

Trasferta americana da dimenticare in fretta per Leon Haslam. Il britannico della Suzuki, 2° in gara-1 a oltre quattro secondi dalla vetta, in gara-2 è scivolato ed è finito fuori, consegnando a Biaggi vittoria e leadership nel Mondiale. Un vero e proprio disastro, proprio nel giorno del suo 27° compleanno.

Giornata trionfale, invece, per l’Aprilia. Oltre alle due vittorie, in gara-2 è arrivata pure la doppietta, con il secondo posto di Leon Camier, con l’altra RSV4. La casa di Noale salta così in testa al campionato costruttori con 11 punti di vantaggio sulla Suzuki e ben 49 sulla Ducati.

Prossimo appuntamento a Misano Adriatico, il 27 giugno, per il gran premio di San Marino. Anche qui si annuncia un testa a testa Biaggi – Haslam. Di sicuro sarà bagarre. Sulla pista test dell’Aprilia, però, i favori del pronostico sono tutti per il romano.   

 Vincenzo Bonanno

Rally 1000 Miglia, trionfa Andreucci su Peugeot 207

Il toscano Paolo Andreucci e la navigatrice friulana Anna Andreussi, campioni italiani in carica, su Peugeot 207 S2000

Poker di vittorie per i campioni italiani in carica al Rally 1000 Miglia. Il toscano Paolo Andreucci e la navigatrice friulana Anna Andreussi, su Peugeot 207 Super 2000, hanno vinto, infatti, la 34° edizione della «Freccia Rossa», prova di apertura del Campionato Europeo e Italiano Rally. In seconda posizione, a 44”, i friulani Luca Rossetti e Matteo Chiarcossi, su Abarth Grande Punto. A chiudere il podio il trentino Renato Travaglia, in coppia con il toscano Lorenzo Granai, al volante di una Peugeot 207, staccati di oltre un minuto e mezzo, ma capaci di mettersi dietro in ben quattro prove speciali tutti gli avversari. Solo quinto Giandomenico Basso, su Abarth Grande Punto, a circa quattro minuti dal leader, a causa di una doppia foratura che lo ha costretto ad alzare bandiera bianca. Con una dose di fortuna in più il pilota veneto sarebbe stato sicuramente in lizza per la vittoria finale, alla pari dei primi tre.

Delusione per Jan Kopecki, su Skoda Fabia, Il ceco, considerato uno dei migliori driver europei, si è dovuto accontentare del decimo posto, rallentato da una serie di problemi tecnici. Da mettere a punto anche la nuova Ford Fiesta S2000, l’ultima arrivata nel circus.

Una gara decisa, quella del campione italiano in carica, disputata sempre al massimo della forma e senza errori, ben assecondato da una vettura che non gli ha dato il minimo problema.

Special guest della competizione, il pilota di Formula 1 Robert Kubica, in gara con una Renault Clio S1600. Prestazione di spessore per il polacco. Ai problemi al cambio nella prima giornata, ha contrapposto una grintosa prova nell’ultimo giorno, dove si è spesso messo in luce tra le due ruote motrici, in un percorso ostico e contro una concorrenza certamente più avvezza di lui alle corse su strada.

Il duo Andreucci-Andreussi ha vinto un’edizione storica per il rally 1000 Miglia: oltre 100 gli iscritti, con il record mondiale di vetture super 2000, ben 25. In tanti sono accorsi sui sali scendi bresciani per ammirare le performance dei loro idoli. Nel cuore, il sogno di imitarli.

Vincenzo Bonanno

Al via il campionato europeo e italiano rally, si corre la 1000 miglia

Giandomenico Basso con la sua Fiat Grande Punto Abarth

Sarà una 1000 Miglia da record quella che aprirà, tra poche ore, il Campionato Europeo e Italiano Rally 2010. Oltre 100, infatti, gli iscritti alla classica lombarda. Special guest il pilota di Formula 1 Robert Kubica, al volante di una Renault Clio. Tre giorni di gara e quattordici prove speciali, 850 chilometri di percorso, 258 dei quali cronometrati: ecco, in sintesi, la 34° edizione della «Freccia Rossa», che per la prima volta nella sua storia inaugurerà la competizione tricolore.

I favoriti d’obbligo sono Paolo Andreucci, campione italiano in carica così come la sua Peugeot, Giandomenico Basso, campione europeo, e Luca Rossetti, punte della squadra Abarth. Un duello che non coinvolgerà solo gli ufficiali, ma vivrà anche delle performance dei team privati, come Renato Travaglia, Piero Longhi, Tobia Cavallini, Elwis Chentre ed Alessandro Perico, sulle Peugeot, Franco Cunico e Luca Cantamessa con le Abarth Grande Punto. Da non dimenticare la squadra Skoda con il ceco Jan Kopecky e Marco Signor.

Partenza e arrivo nel centro di Brescia, a Piazza Vittoria, nel cuore della «Leonessa d’Italia».

Si attendono con interesse le Ford Fiesta S2000, l’ultima arrivata tra le vetture di nuova generazione: al volante, il vicentino Eddie Sciessere e il polacco Maciek Oleksowicz.

Da tenere d’occhio anche le prestazioni di alcuni locali che, nella gara bresciana, andranno alla ricerca dei riflettori: su tutti Cristiano Manzini e Luca Tosini, entrambi ai nastri di partenza con la Peugeot 207 S2000.

Il campione italiano Paolo Andreucci al volante della Peugeot 207 S2000

Nutrita, poi, la pattuglia delle vetture Super 1600: il punto di riferimento della categoria sarà certamente il pilota di Formula 1 Robert Kubica, su Renault Clio, seguito da un’agguerrita pattuglia guidata dai bresciani Stefano Benoni e Massimo Corsini (entrambi al volante di identiche vetture).

Appello degli organizzatori al pubblico della 1000 Miglia: «Alle decine di migliaia di persone che accorreranno sulle strade per assistere al passaggio del rally chiediamo che la loro passione sia contenuta nei limiti del buonsenso che le regole della sicurezza impongono. La sicurezza della competizione è la condizione indispensabile e imprescindibile per ottenere, il prossimo anno, un’altra fantastica edizione del Rally Internazionale 1000 Miglia. Ricordiamo a tutti che il mancato rispetto delle zone di sicurezza, che saranno ben evidenziate, provocheranno inevitabilmente la sospensione del Rally».

Vincenzo Bonanno

Fotofinish da record in Superbike

Leon Haslam, 26 anni, in piega con la sua Suzuki Gsx-R sulle curve di Phillip Island

Passare dalla felicità di tagliare per il primo il traguardo alla delusione della sconfitta in soli 4 millesimi. Venti centimetri fatali per Michel Fabrizio, che si è dovuto arrendere allo scatenato Leon Haslam, al debutto con la Gsx-R.

Con la vittoria in gara-1, la prima nel rullino personale, il pilota della Suzuki ha sovvertito la legge di Phillip Island, in Australia, prima tappa del Mondiale Superbike 2010: vince con la scia chi esce dietro dall’ultima curva. Ieri, invece, non è stato così.

Davanti a 65mila spettatori, Hslam e Fabrizio hanno tagliato la bandiera a scacchi così vicini che i cronometristi hanno prima dato il successo a Michel, per poi invertire le posizioni dopo il fotofinish. Con gran gioia Suzuki, a secco da due stagioni.

Il distacco tra i due piloti, 4 millesimi, è stato il più basso nella storia della Superbike: il precedente era quello tra Fogarty e Edwards nel 1999 con 5 millesimi.

Haslam è rimasto in testa per tutta la gara, controllando Fabrizio e Haga, pronti ad approfittare di qualsiasi passo falso. Interessante lotta anche per la quarta posizione con un gruppo di piloti composto da Rea, Biaggi, Guintoli, Checa e Smrz, giunti nell’ordine.

In gara-2 incredibile ultimo giro di un ottimo Carlos Checa. Lo spagnolo, 37 anni, in sella ad una Ducati privata, è scattato

Carlos Checa, 37 anni, ha vinto di forza gara-2

dall’11ª posizione e, dopo aver raggiunto a metà gara il quartetto di testa, ha superato uno a uno i piloti di Suzuki e Ducati, vincendo, forse, la gara più bella della sua carriera.

È un bel risultato per il pilota del team Althea Racing, che aveva dominato molte sessioni di prova nel weekend e nei test della settimana precedente, grazie alla Ducati 1198 assistita in forma semiufficiale dalla casa bolognese. Alle spalle dello spagnolo, Leon Haslam (Suzuki)- che ora guida la classifica mondiale – Michel Fabrizio (Ducati) e Sylvain Guintoli (Suzuki). Solo ottavo Max Biaggi, che aveva già previsto una domenica difficile. La sua Aprilia, infatti, non digerisce il circuito australiano.

La prossima gara del Mondiale Superbike è in programma tra un mese, il 28 marzo a Portimao, in Portogallo.

Vincenzo Bonanno

La Dakar ha scelto i più forti

Cala il sipario sulla competizione più massacrante, più pericolosa ed affascinante del panorama motoristico mondiale. La Dakar ha emesso i suoi verdetti. Onore ai vincitori Carlos Sainz, Cyril Despres, Vladimir Chagin e Marcos Patronelli, rispettivamente nella categoria auto, moto, camion e quad.

Il madrileno Carlos Sainz, campione del mondo rally nel 1990 e 1992, al suo quarto tentativo, è riuscito ad imporsi prendendo la testa della corsa alla quinta tappa e vincendone anche due. «Un giorno importantissimo per me. Ho vinto in Europa, in Spagna e oggi alla Dakar. Voglio innanzitutto ringraziare il mio co-pilota Lucas Cruz per il suo lavoro meraviglioso e ovviamente anche il team, e tutti coloro che hanno creduto in me. La macchina è stata perfetta. È stata una dura lotta contro il mio compagno di squadra, ho combattuto duramente», questo il commento del madrileno, emozionato. Sainz ha preceduto di 2’12” il compagno di marca qatariano Naseer Al-Attiyah e di 32’51” lo statunitense Mark Miller, per una tripletta della Volkswagen Touareg che aggiunge questo successo a quelle del 1980 e 2009. Quarto posto per la BMW X3 del francese Stephane Peterhansel a 2 ore e 17′ dallo spagnolo.

Nelle moto, il quasi 36enne francese Cyril Despres, pilota della Ktm, è al terzo successo nella leggendaria corsa, dopo quelli conquistati nel 2005 e nel 2007. Al traguardo esulta come non mai, salendo addirittura in piedi sulla sua Ktm ripetendo il numero 3 con la mano sinistra. «È stata una Dakar dura, con tantissimi cambiamenti, e sono contento di averla vinta», ha detto sul podio Despres. «Sono stanco, questo sì, l’ho sentita molto a livello fisico ma la voglia di vincere mi ha aiutato. È stata molto più forte della paura di perdere. Per dire la verità non ho mai dubitato che avrei vinto questa Dakar», ha continuato. «Tutte le vittorie sono belle, ma questa lo è in modo speciale. È la vittoria del duro lavoro, dell’esperienza di una squadra incredibile», ha concluso il francese, che, in classifica, ha preceduto il norvegese Pal Anders Ullevalseter (Ktm) e l’idolo di casa, il cileno Francisco «Chaleco» Lopez su Aprilia. Un sogno che si avvera per la casa di Noale, alla prima partecipazione alla Dakar.

Migliore degli italiani Paolo Ceci, 14esimo. Positivo il ritorno di Franco Picco: il veterano dei rally, 54 anni, ha concluso la corsa al 23esimo posto.

«Non l’avrei mai immaginato: è incredibile che due fratelli finiscano primo e secondo nella stessa competizione». Ha esordito così Marcos Patronelli, commentando il risultato finale, che lo ha visto vincitore nella categoria quad, davanti al fratello Alejandro.

Nei camion continua a regnare incontrastato Chagin.  Il russo detiene anche il record assoluto di vittorie di tappa, ben 56. Da sottolineare, pure, la vittoria di tutte le tappe di categoria da parte di camion Kamaz. Un dato che conferma l’assoluto dominio di questi ultimi anni.

Luca Manca, intanto, sta recuperando in fretta, al punto di stupire gli stessi medici cileni. Il giovane pilota di Sassari ha ripreso le normali funzioni biologiche e, soprattutto, è stato capace di riconoscere la mamma, la moglie e la piccola figlia a cui ha sorriso. Luca muove anche gli arti.

 Vincenzo Bonanno

Luca Manca è uscito dal coma

Luca Manca, 29 anni

 

Buone notizie finalmente sulle condizioni di Luca Manca, lo sfortunato pilota sardo che è stato protagonista di un brutto incidente nel corso della sesta tappa dell’edizione 2010 della Dakar, dove era in buona posizione appena approdato in Cile con la sua Ktm 690 Rally.    

 Manca è uscito dal coma e può esser considerato fuori pericolo. Finalmente tutti possiamo tirare un sospiro di sollievo, dopo giornate davvero difficili, soprattutto per la sua famiglia. Il motociclista sassarese di 29 anni restera ancora ricoverato per qualche giorno all’Ospedale di Santiago, in attesa che i medici stabiliscano come procedere con le cure e la riabilitazione. «Poco prima di mezzanotte ha aperto gli occhi, ha visto accanto a sè nostro padre, che ha riconosciuto. Anche se ancora non parla, tutti siamo fiduciosi per un suo recupero». Questa la testimonianza di Alessandro, suo fratello gemello che gioca nel campionato italiano di Basket con la Dinamo di Sardegna.   

Mentre Luca Manca è uscito dal coma, la Dakar va avanti con una decima tappa che sembra non lasciare speranze alla competizione. Prima la vittoria di Peterhansel e poi quella di Al-Attiyah avevano lasciato sperare che in qualche modo, se non nella classifica costruttori, si potesse quantomeno portare un po’ di suspance in quella piloti. La decima tappa rally della Dakar 2010 è stata vinta, però, dai tre che comandano le rispettive graduatorie auto, moto e camion.   

Sainz, che aveva ieri bucato perdendo la prima posizione in favore del compagno di squadra Al-Attiyah, ha tagliato oggi il traguardo per primo, confermando la propria supremazia e quella della Volkswagen nella classifica auto. Tutto resta invariato nella classifica generale: Sainz primo, Al-Attiyah secondo, Miller terzo; dietro alle tre Volkswagen Touareg le due Bmw X3 di Peterhansel e Chicherit.   

Nelle moto, Cyril Despres (Ktm), settimo a 4 minuti e 21 secondi, resta largamente in testa alla classifica generale con 1h20’54” di vantaggio sul norvegese Pal Ullevalseter e 1h23’34” sul cileno Francisco «Chaleco» Lopez.    

Oggi i concorrenti partiranno alla volta dell’Argentina.   

Vincenzo Bonanno

Ai nastri di partenza la Dakar 2010

Partirà venerdì da Buenos Aires la 32° edizione della Dakar. La leggendaria corsa del rally raid si disputerà per il secondo anno consecutivo in Sud America, tra Cile e Argentina, passando montagne e deserti, dal 1 al 17 gennaio. Motivi di sicurezza hanno pesato sull’abbandono del continente nero, l’Africa, prima cuore della competizione. Sarà un percorso da brivido su 9000 km complessivi. Una gara ad eliminazione in 16 tappe, con 4717 km di speciali per le moto e 4810 per le macchine.

Un dato che risalta subito agli occhi è il calo di iscritti rispetto alla passata edizione: 184 fra moto e quad, 138 vetture e 50 camion contro 217 moto, 25 quad, 177 auto e 81 camion del 2009. Una differenza di ben 128 mezzi. Colpa della crisi, hanno spiegato gli organizzatori.

Si ripete l’esperimento di differenziare a volte il percorso per auto e moto.  

Come ai vecchi tempi tornano in gioco le case costruttrici. Per prima l’Aprilia con quattro RXV 450 gestite dal tema italiano Giofil. La bicilindrica verrà portata al debutto dall’idolo locale, il cileno Francisco Lopez, detto Chaleco, dallo spagnolo Gerard Farres, dall’italiano Paolo Ceci e dal sammarinese Alex Zanotti. La casa di Noale sfida le Ktm di Marc Coma e Cyril Despres e la Yamaha di David Fretignè. Fra le auto sarà battaglia fra VW (con cinque Touareg) e Bmw (con tre X3).

Seguiremo tappa dopo tappa gli sviluppi della mitica Dakar. Appuntamento ai prossimi aggiornamenti.

Ecco un video per «scaldare i motori». Clicca sotto.

http://www.youtube.com/watch?v=4zbPocFR97Q

Vincenzo Bonanno