Al via il campionato europeo e italiano rally, si corre la 1000 miglia

Giandomenico Basso con la sua Fiat Grande Punto Abarth

Sarà una 1000 Miglia da record quella che aprirà, tra poche ore, il Campionato Europeo e Italiano Rally 2010. Oltre 100, infatti, gli iscritti alla classica lombarda. Special guest il pilota di Formula 1 Robert Kubica, al volante di una Renault Clio. Tre giorni di gara e quattordici prove speciali, 850 chilometri di percorso, 258 dei quali cronometrati: ecco, in sintesi, la 34° edizione della «Freccia Rossa», che per la prima volta nella sua storia inaugurerà la competizione tricolore.

I favoriti d’obbligo sono Paolo Andreucci, campione italiano in carica così come la sua Peugeot, Giandomenico Basso, campione europeo, e Luca Rossetti, punte della squadra Abarth. Un duello che non coinvolgerà solo gli ufficiali, ma vivrà anche delle performance dei team privati, come Renato Travaglia, Piero Longhi, Tobia Cavallini, Elwis Chentre ed Alessandro Perico, sulle Peugeot, Franco Cunico e Luca Cantamessa con le Abarth Grande Punto. Da non dimenticare la squadra Skoda con il ceco Jan Kopecky e Marco Signor.

Partenza e arrivo nel centro di Brescia, a Piazza Vittoria, nel cuore della «Leonessa d’Italia».

Si attendono con interesse le Ford Fiesta S2000, l’ultima arrivata tra le vetture di nuova generazione: al volante, il vicentino Eddie Sciessere e il polacco Maciek Oleksowicz.

Da tenere d’occhio anche le prestazioni di alcuni locali che, nella gara bresciana, andranno alla ricerca dei riflettori: su tutti Cristiano Manzini e Luca Tosini, entrambi ai nastri di partenza con la Peugeot 207 S2000.

Il campione italiano Paolo Andreucci al volante della Peugeot 207 S2000

Nutrita, poi, la pattuglia delle vetture Super 1600: il punto di riferimento della categoria sarà certamente il pilota di Formula 1 Robert Kubica, su Renault Clio, seguito da un’agguerrita pattuglia guidata dai bresciani Stefano Benoni e Massimo Corsini (entrambi al volante di identiche vetture).

Appello degli organizzatori al pubblico della 1000 Miglia: «Alle decine di migliaia di persone che accorreranno sulle strade per assistere al passaggio del rally chiediamo che la loro passione sia contenuta nei limiti del buonsenso che le regole della sicurezza impongono. La sicurezza della competizione è la condizione indispensabile e imprescindibile per ottenere, il prossimo anno, un’altra fantastica edizione del Rally Internazionale 1000 Miglia. Ricordiamo a tutti che il mancato rispetto delle zone di sicurezza, che saranno ben evidenziate, provocheranno inevitabilmente la sospensione del Rally».

Vincenzo Bonanno

Formula 1, sedili bollenti

I due piloti McLaren Jenson Button e Lewis Hamilton

Il sorpasso di Alonso su Massa all’ingresso dei box, da una parte; la fuga in classifica di Button, con Hamilton che insegue, dall’altra. Storie di due team in cui, dopo il GP di Cina, la gestione interna può diventare difficile e delicata.
Alla McLaren sembra essere tornati al passato, ai tempi di Prost e Senna. Lewis regala spettacolo a ogni gara, ma insegue; Jenson, lento e timoroso, sta prendendo il largo in campionato. Il campione in carica usa più la tattica che il piede: a Melbourne è stato il primo a montare le gomme da asciutto, approfittando poi del guasto di Vettel; in Cina è stato fra i pochi, con Rosberg, Kubica, Petrov, a rimanere in pista con le slick sul fondo umido, creando le premesse per la sua seconda vittoria stagionale. Condotta regolare e dolcezza di guida che, finora, gli hanno dato ragione.
Lewis, pur avendo talento da vendere, si trova a rincorrere. Non ha ancora vinto una gara, è stato battuto dal compagno 3 volte su 4 in qualifica, ma in ogni gran premio regala spettacolo e sorpassi da urlo. Ricorda Senna per velocità, senso del limite e determinazione nelle manovre. Alcune, per la verità, un po’ azzardate: in Malesia è avanzato a zig-zag per resistere all’attacco di Petrov, in Cina ha duellato con Vettel, ai box, prima sorpassandolo in entrata, poi resistendogli in uscita, quasi a ruote appaiate. E nella ripartenza, dopo la seconda safety car, ha dato una spallata a Webber, costringendolo a un fuori pista. Il tutto solo con un’ammonizione, niente sanzioni. Un po’ poco. Grinta e talento che, però, non hanno ancora pagato. Forse nemmeno lui si aspettava di avere in casa un avversario così ostico.

I ferraristi Felipe Massa e Fernando Alonso

In Ferrari la situazione è simile: Massa ha una condotta più lineare, Alonso è più arrembante, costretto anche dalla necessità di rimediare agli errori in partenza, a Melbourne e Shanghai, o in qualifica, in Malesia. In Bahrain lo spagnolo, alla prima curva, ha fatto capire a Felipe, con una staccata pulita ma decisa, chi è il caposquadra; concetto ribadito in Cina, spingendo Massa quasi nella sabbia al tornantino di ingresso ai box, con una manovra al limite. Un sorpasso che ha acceso malumori e polemiche. La verità è che il pilota della Asturie, che in gara ha un passo superiore a Massa, già in Australia si è accodato al brasiliano, ubbidendo alla logica di stato del team e perdendo forse punti pesanti. Ora si è preso i gradi di prima guida e intende utilizzarli a fondo per mettere le mani sul mondiale. Anche perché, dei due, sembra il più accreditato al successo.
Problemi, quelli della rivalità interna, che non riguardano Mercedes e Renault, unici team in cui c’è una pilota, Rosberg su Schumacher in un caso, Kubica su Petrov nell’altro, in vantaggio sul compagno addirittura per 8-0 nel doppio confronto diretto qualifiche-gara. Un ritorno amaro quello di Kaiser Schumi. Per il sette volte campione del mondo sembra proprio arrivato il tramonto. Davvero imbarazzante il confronto con le nuove generazioni del circus. In Cina, poi, è stata una sofferenza interminabile: il tedesco ha subito sorpassi a non finire. Il figlio di Keke ha il quintuplo dei punti di Schumi. Proprio lui, che non lasciava nemmeno le briciole ai compagni di squadra.
Vincenzo Bonanno