Gunbus 410: una pazzia da guinness

Esagerazione a due ruote. Una follia iscritta all’anagrafe come Gunbus 410. Un nome che di per sè non direbbe nulla, se non fosse che si tratta della moto più grande mai realizzata al mondo. A costruirla è un ex tecnico aeronautico di Eppingen, Clemens Leonhardt. L’originale signore tedesco ha progettato ed assemblato una mostruosa giga-cruiser dalle dimensioni ciclopiche.

La Gunbus 410 pesa come un’utilitaria (700 kg), è lunga 3,5 metri, alta 1,56 e ha una distanza tra gli assi delle ruote di 2,43 metri. Proprio queste sue dimensioni hanno causato non pochi problemi di reperimento della componentistica idonea alla costruzione.

Uno degli scogli più ardui da superare è stato reperire dei pneumatici adatti ed alla fine Leonhardt ha trovato un partner fornitore in Rigdon, un’azienda tedesca specializzata nella produzione di gomme da camion, la quale è riuscita a fornire dei pneumatici idonei alla mole della Gunbus 410. Spaventose le misure: 38×11″ all’anteriore  e 42×15″ al posteriore.

Il propulsore deriva da un motore stellare di tipo aereonautico. È un mostruoso bicilindrico a V di 45 gradi con una cilindrata totale di 6728 cc e una potenza di 350 CV, che consentono alla Gunbus di raggiungere i 250 km/h autolimitati.

Per scaricare a terra tanta esuberanza, il reparto trasmissione è costituito da un cambio sequenziale a tre marce più retromarcia accoppiato ad una frizione a secco a tre dischi sinterizzati con trasmissione finale a catena.

L’aspetto più assurdo della Gunbus è proprio il fatto che sia regolarmente omologata per circolare su strada, anche se i tedeschi ci hanno ormai abituato ad omologazioni che qui in Italia sarebbero pura utopia.

In città, nel caso in cui l’angolo di inclinazione superi i 15 gradi, si rischia di finire stesi, a causa del peso del bolide e della ridotta velocità di percorrenza.

L’idea è di costruirne 3-4 all’anno. Il prezzo: 195 mila euro, iva esclusa. Davvero proibitivo. Ma ha già trovato estimatori negli Usa, tra i giocatori di basket, gli unici che possono guidarla, viste le dimensioni.

Vincenzo Bonanno

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